In tutta la sua altezza il bel castel s’affaccia,
così che il fiato mio sospeso a lungo lascia.
Il passo è timoroso nel penetrar l’essenza,
ma troppo suggestiva mi par la sua presenza.
Di spirito gagliardo rivesto allora il cuore,
mi armo d’una spada e vado a far furore,
rincorrerò a cavallo della mia fantasia
gli spazi traboccanti di singolar magia,
sarò un bel cavaliere, eroe senza età
e di tutti i sortilegi io non avrò pietà!
Tra muraglie e torrioni,
casseri e portoni,
confermerò conquiste, evocherò novelle
e di me s’infatueranno tutte le dame belle.
Le sento così, vagare, le dolci mie chimere,
tra queste spesse mura che il tempo ha reso nere,
non serve la parola per raccontar le gesta,
dentro, nel castello, è pietra pure questa.
Amore e morte vivono silenziosamente,
come fantasmi bianchi che erran perennemente.
In tutta la grandezza m’appare ancor il maniero,
eppur restando fuori, respiro il suo mistero.
La mente mia si perde nel regno del suo incanto,
or sono menestrello e la sua storia canto.