Quando ero piccina,
ascoltai tristi strorie
dei partigiani al monte,
e di mia nonna il pianto,
per sua sorella, mia zia,
cristiana sposa ad un semita,
che non volle rinnegar l'amore
e sparse le sue ceneri al vento
nel forno crematorio
del concentramento,
per unirle all'uomo del suo cuore.
Crescendo, pensai che libertà fosse,
seguire cortei di bandiere rosse,
fino a che arcipelago gulag, facesse
cadere l'illusione,
di una dittatura d'oppressione.
Vissi poi, un matrimonio infelice,
che la dignità mia uccise,
ma in quel mio isolamento,
scoprii della mente, il ragionamento.
Compresi d'esser libera internamente,
che pur se torturato
era il corpo e le mente,
volavo con ali di diamante.
Dopo la mia liberazione,
lessi King, Ghandi, del dalai lama
la sua orazione.
Appresi del vangelo la verità,
scoprendo il vero senso della libertà.
Ora so che libertà e frutto dell'amore,
al quale dedico la vita ed il cuore.