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Il meriggio

In quel frizzante meriggio
sopita nei miei pensieri incolori
seduta sui gradini della Chiesa di Santa Annunziata
di Firenze.

Ripenso alle Ceneri di Gramsci del Pasolini addentando
il mio panino filante di mozzarella:
“È l’indifferenza o la nostalgia il sentimento
-anch’esso umano e fuggitivo- di chi vi spia,
in quel meriggio. ”

chissà non è facile dipanare il groviglio
delle emozioni umane:
un giorno viviamo nell’amore beato
in un altro impugniamo le armi
pronti alla guerra efferata.

I miei occhi non sfuggono al cenno di saluto di
Paola - l’esile fornaia autoctona. Sarda.

Mi chiedo allora chi ci spia
non appare tanto indifferente
con cordialità mi offre due cantucci con il vino santo.
In compagnia.

Uno sguardo vivace svela la sua nostalgia
trapelano dai suoi occhi marroni commossi i ricordi
di una terra bucolica e verdeggiante.

Vedo il sorgere freddo del sole, una malga, un pastore gaio con il suo bastone da rabdomante mentre si mette in cammino lungo il sentiero ocra con il suo gregge.
“ La natura vi dà e la natura vi esprime nel suo animo che stordite!"

 

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