Non sono la sirena
che Ulisse ammalia
con il canto,
ne della Sibilla Cumana
ascolto il responso,
lanciando in aria dadi
per seguir la sorte.
Ne di Calipso
o della maga Circe
ho sembianze,
arti magiche non uso.
Sono una donna,
seduta su una spiaggia
ed accendo di notte
il lume del mio amore,
per offrirti ristoro
fra le calde mia braccia
e baciare la tue labbra di sale.
Dimentico del solitario tuo vagare
fra increspate onde
e selvagge congetture,
riposerai sul mio candido seno,
mio stanco pescatore.