Flutti percuotono la riva
come tramestuosi pensieri.
L’andirivieni della risacca
come alternanza di luce e buio.
Tremule meduse spiaggiate
si concedono alla morte.
L’uomo naviga il tempo,
oceano impetuoso,
sino a trasformarsi
in tremula medusa.
Siam fin da infanti meduse, come foglie degli alberi, come ogni fiore di stagione. Un destino in balia della negazione di esso. Una corsa, uno sprint come una maratona, verso la dolce madre, e passionale amante, di noi tutti: la morte. Bella. Un Saluto.
Un grazie a tutti.
Agata meritevole di segnalazione: cetro! Marcello.
Anonimo il 02/05/2009 18:31
Interessante il comparare il mare al tempo e l'uomo alla medusa: la medusa non può sceglere il proprio destino perchè la forza del mare la spinge inesorabilmente sulla spiaggia e quindi a la condanna a morte certa, lo stesso vale per 'uomo, il tempo lo porta alla morte...