Dipese tutto
dall’attimo di piombo e poi
il colpo di pistola calibrato e preciso
soffiò caldo sul collo
di un cuore indifeso
Eri davanti a me
nella maestà suprema del tuo sangue,
eri compatto e irremovibile
come una cascata di sensi nella tua calma
apparente…
Eri
diversamente instabile nel cibarti del mio fiato,
come silenzio doveroso e imposto
e compassato e conico e vertiginoso
Sei….
L’oceano immane e potente
nell’ingoiarmi gli occhi
e l’anima gemente,
nell’entrare immediato come
unico intenso istante
nei miei
e mischiarti come sempre
alla mia pelle fremente
Dimmi ancora
quelle parole,
dammi ancora l’irrequieta pace
nei sensi che ad altro labirinto
non ambiscono,
ma che si ingegnano invece
nel ricamo del tuo concetto
Vibri nelle ossa,
scorri nella mente
e non ti prendo tra le mie braccia,
ma esse creano un cerchio stretto
e quella spira soffoca il mio palpito
e quel sole acceca piccole farfalle
annidate nel mio stomaco impotente
Contaminata
dal sonno velenoso,
dalla ragione del tuo immenso,
dal gelatinoso forse che aleggia lieve
e graffiante nel mio stomaco,
Ti amo
e riempio piccole fessure al marciapiede
con pietre minime,
seduta
al fresco cospetto
dell’ombra
della tua Voce…