Piango,
ma nessuno mi nota.
Sono invisibile.
E non mi resta che immergermi
in quelle note conosciute
ancora tutte da scoprire
come quando
nel mare
da piccola lo facevo.
I pensieri si dilatano
diventando siepi enormi,
verdi,
inestricabili.
Butto giù qualche parola
e medito.
Medito su mè,
instabile pianta
in un vaso quasi rotto, del tutto.
Sento il ronzio delle mosche invernali,
sento l’odore della Londra mia amata,
sento il taglio delle carote.
E medito.
Le sigarette dei miei “amici”,
la crudeltà che può avere un bimbo,
la destrezza nel mentire,
mi fanno concepire il mondo diversamente.
Forse sono solo diversa,
ma non per questo cambierò il mondo
da timida egocentrica.