Non c’è niente.
Ascolto i battiti del mio cuore in silenzio.
Non c’è niente.
Stringo il volto al cuscino e ingoio le lacrime.
Non c’è niente.
Preferisco le urla a questo cupo silenzio
interrotto da tintinnii di forchette.
Solo parole dalla televisione accesa
minestra e verdure mescolate al rimpianto
malinconia negli sguardi di chi vuole che sia tardi;
stupido rancore, un pezzo di pane per favore.
Cena consumata insipida e fredda.
Non c’è niente.
Le forchette continuano a tintinnare.
La tv a parlare.
Voi rimpiangete il passato.
Io non lo ricordo,
so solo che respiravo.