Nel silenzio di quella casa
vi era Solitudine
fredda, tangibile,
tua unica compagnia.
Con lei parlavi, soffrivi,
lentamente ti spegnevi.
Fugaci incontri,
frettolose le parole:
come stai, ciao, devo andare,
ti sfioravano senza soffermarsi.
Forse erano troppi i ricordi?
I tuoi lamenti li cantavi
al nulla,
le tue paure erano quadri appesi
ad una parete anonima.
Nemmeno i dolci ricordi
della tua lontana giovinezza
scioglievano quel gelo.
Fu in quel tuo lento regredire
in quei tristi occhi
ormai avari anche di lacrime,
che trovai la forza di cercare.
Nulla potrà mai ripagarmi
della gioia, ora, di vederti
ragazzina, nuovamente viva,
tu persona tra persone,
rivestita di una nuova dignità,
pronta a dispiegare quelle ali
che ti porteranno altrove