Voglio una camicia
da inzuppare
con queste lacrime stanche,
che lente, senza forza,
rientrano, inghiottite,
tra i denti
scoperti da labbra socchiuse.
Mi presti la tua camicia?
L'hai svuotata di te,
porgendomela.
Avvolgo le maniche
simulando l'abbraccio.
Chiudo gli occhi, stanca.
Sento la tela, che assorbe.
È
il
mio
cuscino.