Dove sono le calde serate estive?
Dove i ragazzi, che terminata la scuola,
sciamavano come api in cerca di fiori?
Dove le liti e i pugni tra amici?
Bella la vita,
quando si era poveri,
e ricche le gioie.
L’estate vissuta nella casa popolare
era sincera,
le grida dal primo piano erano per tutti,
la televisione a tutto volume
si ascoltava in balcone.
Quanti bambini in quei cortili,
le notti passate a lanciar stuffioni,
da cerbottane di mille colori,
centrare finestre aperte e fuggire veloci.
E i quaderni di scuola?
Bella la vita,
quando si dormiva in quattro nello stesso letto,
io, mia mamma, mio padre e le mie paure.
Vicini in un unico abbraccio, poveri,
ma ricche le mie gioie.
Ora passo veloce,
e non vedo bambini nei cortili,
non sento più grida,
non percepisco le gioie,
sento una falsa ricchezza
rinchiusa in sé stessa
e quanti sguardi infelici.