IL PASSATO
Sono ferita,
ma corro,
corro senza tregua.
Le mie braccia languono di sangue,
le mie gambe vacillano di stanchezza,
ma corro,
corro senza tregua…
I rami degli alberi sono lame appuntite,
che sfiorano il mio petto,
bramando di trafiggere il mio cuore,
ma io corro,
corro senza tregua.
I miei passi scricchiolanti si confondono
e si mischiano all’ansimare della bestia,
che corre,
corre anche lei senza tregua…
Il mio cacciatore è sempre più vicino,
si ricarica ad ogni mia caduta.
Corro, corro ancora,
ma la tregua è vicina,
la bestia è vicina.
Mi volto,
guardo avanti.
Adesso corro, corro più veloce,
i rami taglienti degli alberi divengono ostacoli da schivare.
La bestia,
ora alle mie spalle,
diviene fiato caldo per le mie vele.
Non è più un nemico da cui scappare,
ma il mio maestro…
Ora io guardo avanti,
darò, alle mie ferite,
il tempo di guarire.
Darò il tempo di riposare alle mie gambe,
perché ora cammino,
cammino solo,
ma sempre
e ancora,
senza tregua.