E con grande tristezza,
rivolta al dì festivo così lo apostrofai,
circa un mesetto fa:
“Giorni di festa, dilaniate il cuore! ”
E parvemi sentire
da lontano, una vocina chiedere:
“Perché? ” “Io sto pensando
a chi non è tra noi,
a un campanello che
non suonerà e ad un vecchio
telefono annoiato: anch'esso, vedi,
più non squillerà.
Io sto pensando
a tutti i dolci baci
che avrei voluto dare
alla mia mamma: sulle sue mani,
su il suo dolce viso. ”
E la voce del giorno mi rispose:
“La tua mamma è felice:
è in Paradiso. ”
Per qualche istante tacqui...
Ma, poi ricominciai:
“Io ricordo quando ero giovincella
e la famiglia era tutta unita:
il babbo leggeva “Graziella”,
nell'amato francese; la mamma,
invece, il pranzo preparava
e romanze cantava di Bovio,
di Giuliani... ”
Quante carezze ancora al suo bel viso,
avrei voluto dare!
E la voce del giorno mi rispose:
“Non temere:
la mamma è in Paradiso. ”
Fu allora che qualcosa di bello e inaspettato,
mi accadde: stavo distesa
sul divano
e... All'improvviso, caldi riflessi vidi
vidi e sentii attraversarmi il cuore
posandosi sulle guance, accarezzarmi la fronte:
era la mamma, angelo del Signore
e mi porgeva anche il suo bacio.
Non mi sentii più sola;
e poco dopo, sentivo altri angeli,
a me cari, ripetere il suo gesto.
Aveva detto il vero, il dì festivo.