Amo ripensare,
in questo giorno fatato,
dove par che notte mai scenda,
all’antica cinese leggenda,
la storia d’amore
della tessitrice del cielo
e del suo giovane pastore.
Dall’alto la principessa celeste
un dì scorse il suo amato
al pascolo intento,
subito sembianze prese
d’aquila reale e scese
ed a lui si mostrò.
Svelato il suo mistero,
il pastore sposò
e per lungo tempo
vissero felici insieme.
Ma l’imperatore del cielo,
sua figlia a corte reclamò,
ed ella fu costretta
il suo sposo a lasciare,
per anni vissero divisi,
tristi e mesti erano i loro visi,
e lei, pur se eterna era,
invocava della morte, la dea,
per porre fine al suo dolore,
così faceva anche il pastore,
senza la sua sposa
meglio era il morire.
Si mosse a pietà l’imperatore,
uccise e portò in cielo, il pastore,
ponendolo nella costellazione,
ma alla figlia mise una condizione,
solo una volta all’anno
fu concesso ad entrambi
di avere una notte d’amore.
Ecco perché, nel solstizio d’estate,
dura così tanto il giorno,
per consentire
al giovane di costruire
un ponte di stelle per arrivare,
dalla sua amata.
Ed in questa notte fatata,
così piena di mistero,
dona la falce di luna
una lacrima al cielo,
nel ricordo di quell’amore vero.