Dalla novella torre di Babele,
dal rigoglioso albero della superbia,
dalla sterpaglia dell’ invidia
spuntano i fiori del male.
Nell’oggi della storia
nuovi Caini straziano,
violentano
corpo innocente di Abele.
Ma fotografi arditi
per noi documentano
il nuovo olocausto.
Con tremante mano
sfioro il tuo viso,
o mio fratello nero.
Hai le carnose labbra
tumefatte dal dolore,
hai il giovane corpo
marchiato
da ragnatele di torture,
ma nel tuo sguardo
ancora fiero
tu non subisci la morte,
ma paziente la celebri
in speranza di riscatto.