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le tasse
Ogni anno dunque e non si sa bene il perché, in maggio, giugno e luglio,
è tempo di pagare le tasse e facile non è.
Ma quel che il cittadino pagatore non riesce bene a capire, è che
lo stato democratico ”che non è un’orso,
pretende proprio in questo bel periodo, i conti dell’anno scorso.
Forse questo obbligo è un retaggio storico, e non è una bestemmia,
pensare che i contadini del lontan passato,
avessero solo, qualche pecunia al tempo della mietitura o vendemmia,
racimolato
Ed ecco, allora il buon monarca, che di certo non gradiva strizzar
“un suddito”,
al tempo in cui era liscio quanto lo è una rinsecchita frasca, scegliere
di praticare la riscossione, quando almen qualcosa
doveva esserci in saccoccia.
E poiché il pensier e lo spirto della strizzata non è certo variato,
ed anche se il reddito di oggi, non è lo stesso di quello
dello storico passato,
il periodo della riscossione è restato quasi uguale
e non cambiato.
Per di più le istruzioni sono complesse, non facili
da leggere e da applicare
e, quando credi di capire e,
dici a te stesso: “forse la strada è questa”,
ambedue le mani ti salgon nei capelli e ti grattano la testa.
Tutto quel che devi fare è riportato in un fascicolo,
scritto sul retro, all’interno e sul davanti, in bella vista come
fosse una guancia;
che a pensarci ti fa venir il broncio, ed anche il mal di pancia.
Dunque sarebbe meglio restare, con bella cera,
a smaltire il passato inverno, e godersi, come ognuno può,
una fiorente primavera.
In questo periodo tutti sanno che vi sono molti impegni,
dalla cura della casa e del giardino, alla coltivazione dell’orto
e del campo, dai ragazzi coi loro esami e qualcuno coi convegni
Infatti nei mesi di maggio di giugno e di luglio,
col sole che ti sorride in cielo,
tu vedi cittadini tristi, con borse e carte in mano, recarsi
ove esperti in azione,
ti scrivono quell’antipatica dichiarazione.
Per quel che si dice e si sente in giro, quella triste faccia,
non viene solo per quanto deve uscire dalla saccoccia, ma
che si unisce a tutto quell’altro che c’è da fare e, quindi scoccia.
Allora i molti contribuenti, propongono di spostare il tutto nei
mesi di ottobre novembre, che sono di per sé poco vivaci
e, più in linea con il non lieto esborso di quattrini, che tutti dobbiamo,
anche senza voglia, essere capaci.
Per quanto detto sopra tu democratico governo, che vedi e tutto puoi,
chiedi dunque ogni tanto anche il parere dei governati tuoi,
che magari sono solo dei praticoni,
ma possono sempre dare, dei consigli buoni.
Inoltre, l’esborsatore raccomanda, che prima di spendere quel
che il cittadino ha dato, si pensi al risultato della spesa,
perché è LUI
il padrone dei quattrini, e ne ha il diritto e la pretesa.
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