Parlami del tuo occhio
Lupo
di come ha visto la mia notte
senza le mie accortezze
di come ha intarsiato la tua
fantasia guardandomi
di come ha provocato
in se stesso
la profondità delle crepe
precipitando tra mie ciglia
sognanti e distratte
Il tuo fiuto
non mi appartiene
come io non appartengo
alle tue fauci affamate
ma so che mi trovi
tra mille profumi della collina
che mi scovi
tra mille caverne della mia
aria
Non rinunciare al tuo nome
svestendoti della tua morbida
pelliccia
non abbandonare
le tue zanne tra le ossa di un ricordo
non lasciare che il desiderio
corrompa
il tuo sangue
Resta…
Nella steppa e nel deserto
tra le nevi e le libellule
del mio scialle di spazi
e non sentirai mai
le prigioni della fame
annullare
la tua forza
ma vivrai sulla cima più alta del tuo spirito
sfidando la solitudine
amando
la Luna…