Al tuo arrivo
ho perso le scarpe
non so dove
non so come
Cerco di spiegarmi
questo caldo immane
ma poi vedo le rocce
e sento la mia ombra
cercarmi
impaziente
Costante il passo
divisa
stremata
sconvolta
indelebile
forma tatuata
Credo si chiami orma
e vorrei percorrerla a ritroso
che tutti i contorni siano
combacianti
che ci sia acqua
a dissetarla
Ma prego per un sentiero
diverso
per quei sei passi insieme
da calpestare
E penso alla dea fortuna
o al seducente desiderio
che non preservano mai
né soffiano avvisi
e scorrono nella stessa sabbia
delle fughe
dei ritorni
nella loro stessa nebbia
dolciastra
Una cometa
inaspettata
dona fulgore
dall’apparente sconosciuto...
Cadendo da un vagare millenario
persa la traiettoria
e la coscienza
sogna l’impatto
traccia
del ricongiungimento