Espugnata è la terra
ridotta
in fiotti di fango
ridotta all’iride e il ballo
in un cerchio
definito…
Come hai potuto
liquido mentale
esacerbare lische
commiserare nostalgie
e tramutarti in
lancetta?
Come hai fatto
a brillarmi dentro
considerando i corvi
dall’appetito
stanco?
Un corpo mente
come una penna
edulcorata
come uno straccio di idea
partoriente
fogli
Non copro distanze
non insegno
un buio
non lusingo
cedimenti
non sfoglio
margherite
ma ossi di seppia
al paio
cospargo dispari
sul pavimento
Festeggia allora
vittorioso momento
di niente
o invisibile pena
d’un esistere
sordo
tra i grilli…