Notte silente,
notte che accendi nella mente
antichi ricordi,
quando, bambina,
solevo a San Lorenzo,
sfogliare i petali
delle stelle cadenti,
come fossero margherite,
sognando di principi azzurri
e castelli fatati.
Passato il tempo delle fate morgane,
donna tornai ogni anno
ad invocar le stelle,
annegando nel pianto
per dimenticare uomini di latta,
con il cuore di cane,
bramando ardentemente
una, pur se parca, briciola
d’amore
e la mia bocca vibrante
baci desiderati nelle notti,
per non impazzire
di dolore e solitudine.
Di quegli anni terribili,
dove tacquero le labbra
e parlò solo il mio cuore,
ora ne ho vago ricordo,
gli attimi d’amore
che tu mi doni, amore mio,
mi aiutano a vivere
e sperare.
Ora so, amandoti, che i desideri
urlati alle stelle cadenti,
s’avverano.