Il fuoco non importa
alle spire delle fiamme di questa terra
e nemmeno alla sottile consistenza d'una neve
per nulla invernale
per nulla a nord
-così come s'intende
la direzione d'un ago
soggiogato dal sortilegio
d'un magnete-
Mi appare lucente
il riflesso d'un pennello
intravisto
tra le nubi delle gocce d'un sale
che abbraccia
le gambe invisibili di quel faro
Mi pare incantato
senza il riconoscimento del se stesso conico
con il foro
impercettibilmente immenso
-stessa figura geometrica
rovesciata nitida al cielo-
Fastosi i pensieri del cobalto
inconsapevoli i suoi occhi
nudi da lenti
da piogge di stomaco
da rallentamenti di treni
da frastagliate Mareggiate
scomposte e ritrovate
nei ritorni alle risacche
Ambra e porpora
nel cuore liscio e caldo
d'un fico tra le dita
aperto al mondo delle campagne
come profumo per le api
le volpi
e le gazze flautate
Ambra e porpora
colgo ancora tra i cristalli fitti
con l'umana volontà
che prigioniera della libertà
Amore
mi fece