Dopo quella porta c'è un addio Cieli che mi saranno indifferenti Notti che non saprò perché dormire Dopo quella porta c'è un uomo solo E una stanza da chiudere a chiave
La coscienza artistica di Scognamiglio si evince anche da questi suoi pochi versi. L'afflizione che genera quella porta chiusa per sempre contrasta il ricordo di quando si apriva alla gioia e ancora traspare nel ricordo di quell'esultanza che, aperta, provocava per accogliere un qualcuno che non c'è più. Veramente ammirevole.
Bella: una delle tante porte da chiudere nella nostra vita... Ma quanti cieli e quante notti incontrerà l'uomo sul suo cammino che lo condurranno a scoprire chiavi inaspettate nascoste tra i cespugli. La malinconia ci segue come una nuvola che, nel momento giusto, farà piovere sulla nostra terra inaridita rendendola fertile.
Ciao!
Roberto
Ecco la solitudine che fa capolino sia che sia solitudine d'amore sia solitudine nel vivere quotidiano... Sì, è vero come ha scritto Vito, hai realizzato in cinque righe una sensazione intensa e dolorosa.
oltre la porta c'è un addio, ma dentro quella porta c'è la consapevolezza di un addio, fa male uscire verso un cielo indifferente, ma fa altrettanto male rimanere chiusi.
molto bella, me la tengo
Bella questa poesia, introspettiva. I 5 versi, bene scritti la rendono assai ricca.
L'uomo che sta dentro la stanza vorrebbe evaderne ma la porta viene sempre chiusa da altri! La stanza non è un rifugio ma una cella senza grate.
Vito