Un'angusta galleria,
buia, ripida ed irta d'angheria,
rimordente i peccati d'una vita,
percorsi, con l'anima avvilita.
Più in alto colgo un barlume, che il buio spezza,
e si risveglia con vigore la speranza di salvezza;
affretto il passo, in volto ho un sorriso,
con gioia ne esco fuori e... mi trovo in Paradiso.
Luci soffuse e variopinte l'aria dividono,
sono accolto da angeli che, sprizzanti beatitudine, mi sorridono
e serafica musica di suoni vibrati, d'Amore mi rendono fecondo:
fui libero nello spirito, levato dalle tribolazioni del mondo!
Tutto scomparve ad un sol fiato,
fu silenzio, rimasi solo e, dunque, rassegnato.
Dall'Alto un trono s'abbassò luminescente:
ormai ero al cospetto dell'Onnipotente.
Con voce forte e ferma chiese: "Vito, sei felice alla Mia presenza?"
"Sì" risposi con timore, ma confidando nella Sua clemenza.
"Qui avrai il tuo posto quando maturerai una nuova coscienza".
Pronunciato il verdetto, ricaddi nella tenebrosa sofferenza.
Il cuore riprese a pulsare, da massaggi stimolato
e, con tanto dolore, a rivivere ho ricominciato.
Il grave incidente, che per sempre mi ha cambiato,
da lezione mi è servito, perché la fede ho ritrovato.