Viversi al giogo del proprio cervello,
non esser mai soli e
per sempre stranieri alle conversazioni
di chi sceglie l'oggetto del proprio pensiero:
la pupilla fugace a un ritratto, una foglia appassita,
come l'istante che Medusa fu scorta da Atlante
un battito di cuore in contro tempo e
la condanna delle ossessioni piombò sulla vita.
In ogni notte, segretamente
fu sbriciolata questa fortezza,
d'artica fiamma o da antichi spettri
sempre più a fondo venne violata.
Gela l'amore, e ogni passione,
prima che l'animo la stringesse a sé
rimase ramo avvinghiato a terra
mentre la mente perse la presa.
Nave dei folli, solcando il fiordo
d' una coscienza pregna di attesa
solcai il mio volo in vetri di cielo:
non una scia lasciò il ricordo.
Potesse il mio cranio far da cattedrale
tra miasmi dei mostruosi figli miei,
infestato di danze grottesche
con gola d'organo vi seppellirei!
Ma l'onda lunga dell'irreale
iniettata nell'argilla del vero,
s'arresta scivola
scava frane;
fin sulla sponda un mare di lame
mi svela segreto lo scheletro
torvo, di incantevoli sirene
mai scorto da occhi d'un mortale.
Viversi al giogo
viversi al giogo
viversi...