Tra il rumore del vento,
tra il freddo di una sera d’ ottobre
nella strada i miei passi umidi
respingono la solitudine di una stanza,
in un caffè si scaldano le mie mani,
di parole lontane sommergo la mia mente
affogando tra discorsi inutili i ricordi,
di whisky si riempie il mio sangue,
il cervello ferito si confonde,
ma nel cuore il dolore non si nasconde.
La mia notte si fa eterna,
troppo fredde le mie lenzuola,
troppo caldo il tuo ricordo,
tra i club scopro un Dio inventato,
mi addormento in un piacere pagato,
poi nella strada ripenso al mio vuoto,
triste mi accorgo di aver barato.