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Angelo

Eri bella.
Eri dolce, intelligente, simpatica.
Eri saggia, razionale, emozionante, adolescente e matura, ironica e delicata, focosa e pacata.
Eri un mondo intero.
Raccontavi un film in bianco e nero ed apparivano il verde, il rosso, il giallo, il blu.
Riuscivo a percepire tutto il mondo di emozioni celato in una tua frase, in un tuo sguardo, in un tuo bacio.
Gioivo della tua gioia, soffrivo nella tua tristezza, mi nutrivo delle tue emozioni.
Eri il mio Angelo.
Mi stavi salvando.
Il mio Angelo che mi portava a scaldarmi vicino al sole.

Ma proprio li’ in alto eravamo troppo emozionati e le nostre mani sudate sono scivolate.
E sono caduto.

E mi hai guardato cadere, convinta che avessi lasciato la presa per paura.
E ti ho visto allontanarti, convinto che saresti venuta a salvarmi di nuovo.
Ma le ali che mi avevi aiutato a sviluppare erano ancora troppo deboli.


La terra è fredda, la terra è dura, la terra è sporca.
Le mie ali si sono rotte nella caduta.
Il mio cuore si è fermato nell’impatto.
Il mio spirito mi ha abbandonato, non mi riconosce più.
Ora devo aspettare.
Ora devo attendere che le fratture si saldino.
Anche se fanno un male cane.


Vedo un puntino lontano in cielo.
Si avvicina fluttuando, mi tende la mano, ma controsole non riesco a riconoscere il viso.
Sei tu?
Dio, di prego, dimmi di si.
Non riesco a credere che io sia così speciale da avere due angeli.
Quindi, sei tu?

 

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