La ballerina del carillon
danza,
roteando lentamente
alienata da sè stessa.
Occhi pieni d'ammirazione la osservano
accecati dalla sua maschera di grazia e splendore
nessuno nota che è muta e distante,
tiene gli occhi bassi.
Costretta in quel ballo
ha i piedi massacrati, martoriati.
Mentre è immobile, al buio
è protetta ma prigioniera.
È stanca di eseguire lo stesso assolo
ripassa mentalmente, senza sosta,
la coreografia di un duetto.
I suoi occhi sono gonfi di lacrime.
La ballerina è consapevole
di essere nata per ballare da sola
ma ha un disperato bisogno
di credere nella possibilità dell'impossibile.
Ha il corpo di porcellana
ma il cuore pulsa.
Non piangere ballerina!
ti capisco,
perchè
seguo
in trance
il ritmo
di una danza
tribale
solitaria.