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Ove scende la notte

Arso m’accetta il colle del riposo,
ove gracchiando vi volteggia il corvo
e di nascosto frigna la poiana.
Al profumo d’abete non campana m’accoglie,
il mio passo d’ovatta scoglie ogni futuro
e commosso consuma ogni passato.
Io vo dai miei coevi andati,
cercati invano dove sono nato.
Di Loro ho chiesto a tanti,
a molti ho domandato,
hanno risposto a cenni, altri guardato
e con rispetto il luogo m’han segnato.
Rimasti insieme, dal primo mio vagito,
vaghi custodi di sogni adolescenti,
li ho presenti tutti, mai dimenticati,
anche se troppe strade ci hanno separati.
Vi son salito lì per l’ultimo saluto.
Lo stridor dei cardini contrasta
con la solennità dopo il cancello,
tutto inquieta, tutto si fa grave.
Freschi latori del solenne antico
m’invita la fila dei cipressi
e muta riceve la pietà d’amico.
Contrito, in cerca della vecchia vita,
fisso la pietra, targhe, le incisioni;
a fiammelle di lampade assopite chiedo le foto.
Cerco l’effigi, i compagni, un volto conosciuto.
E quasi sento chiamarmi, salutare.
Tutto torna familiare: le facce, le voci, le figure.
Li onoro vagliando la memoria,
or che il mio intento s’è compiuto,
coalizzo preci e commozioni
e sperando che il Buon Dio li abbia in gloria.
m’ avvio per li di dove son venuto.

 

l'autore Ugo Mastrogiovanni ha riportato queste note sull'opera

Versi nati mentre mi recavo al cimitero del mio paese natio ove, oltre ai miei cari, sono sepolti tutti i miei compagni d'infanzia, ai quali ho voluto dedicarli.


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0 recensioni:

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10 commenti:

  • Maurizio Cortese il 10/08/2010 18:17
    Già il titolo introduce magistralmente il contenuto della poesia: quella notte che rappresenta la morte. Il bisogno di ricercare i compagni che non ci sono più è modulato con pacatezza nei versi, i loro volti sorgono magicamente dalle lapidi e il pensiero non può non andare all'Antologia di Spoon River di Egar Lee Masters. Sempre piacevole la musicalità; chiusa amorosa, aperta alla speranza, che Ugo Mastrogiovanni sa bene che tutti attenderà.
  • Anonimo il 29/07/2010 12:47
    ci trovo un chè di antico. carina
  • Don Pompeo Mongiello il 08/10/2009 11:18
    Melodicamente bella
  • anna rita pincopallo il 08/10/2009 09:21
    bella molto bravo
  • Anna Maria Vassallo il 04/10/2009 13:06
    complimenti!
  • Vincenzo Capitanucci il 04/10/2009 04:32
    Poesia...
  • Anonimo il 03/10/2009 23:58
    splendida
  • Donato Delfin8 il 03/10/2009 23:23
    Piaciuta.
    Sempre bravo.
  • Minalouche TS Elliot il 03/10/2009 21:59
    "Freschi latori del solenne antico
    m’invita la fila dei cipressi
    e muta riceve la pietà d’amico"

    Emozionante nella scelta del linguaggio, nella descrizione... bellissima Ugo, grazie
    M.
  • Anonimo il 03/10/2009 21:50
    Che meraviglia, Ugo.. dolce e nello stesso tempo doloroso, per averli persi e così ritrovati.. e io dico, per fortuna ti avvii da dove sei venuto!!
    Un abbraccio
    Dani

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