Ho frantumato i miei occhi nei tuoi
come sale,
come sabbia,
come schegge di vetro
e ti ho fatto male:
un male odoroso
come fumo del sangue rappreso
di pensieri che corrono troppo veloci
come fossero cavalli selvaggi e indomiti.
Ho frantumato i miei occhi nei tuoi
come schegge di passione
senza una meta
verso la quale navigare
senza vele
per scappare con il vento
senza dolore
per questo viaggio senza ritorno.
I tuoi occhi di paglia
come un nido che non accoglie piume,
il tuo dolore antico di lacrime
che rievocano desideri di morte,
la tua semplice bontà di madre
e figlia dell'erba,
tutto è tessuto nella tela
della vita che ti spaventa
ma che ancora non hai disegnato.
Ho frantumato i miei occhi nei tuoi
come sale,
come sabbia,
come corteccia di abete resinosa
per farti sentire il sapore
del mare accarezzato dal sole,
per farti vedere il colore
del cielo abbracciato alla terra,
per portare al tuo cuore il profumo
di una corsa verso l'arcobaleno.
E mi accorgo che sono solo schegge
che entrano nella carne
e che ti paralizzano nella paura e nel rimorso.
Vorrei darti questi miei occhi frantumati
e annegati d'amore
e piuttosto vivere mille anni nel buio
perchè tu possa vedere un approdo
ma non posso:
nel cammino della vita
disseminato di scelte dure come sassi
si procede spesso raminghi e impauriti
ma è proprio mentre si cade sempre più giù
che si acquista la forza di volare.