Ti abbraccio
a braccia aperte
nella sensibilità del mio cuore
mentre mi calpesti con i Tuoi piedi di fango
squadri il mio viso
dalle pareti dei Tuoi occhi
inchiodi
dolorosi
chiodi
chi odi
odi
sempre
chi ama
forse
le mie fragili rette costruzioni dai giochi sognanti sferici cubi
castelli
in
raggi
di luce
dalle orme
infinite
costruiti
chiamati
a gran voce
dormi
in culla a me
bisogno
nel mio essere figlio del Sogno