Avevo 8 anni
quando sei arrivata tu,
maestra degli orrori,
ogni giorno, per tre anni,
le tue botte dispensate con rabbia furiosa,
i lividi sulla carne
e lo spirito dell'infanzia
lacerato dal senso d'inadeguatezza.
Eravamo due vittime
... poi lui ha cambiato scuola
lasciandomi protagonista incontrastata
dei tuoi soprusi;
ogni pretesto era buono
quelle mani taglienti su me
mentre m'insultavi di fronte a tutta la classe,
io, paralizzata,
mi isolavo nel mio mondo ovattato
dove tutto sfugge.
Ricordo quella recita di Natale,
mi avevi esclusa
e mentre il viso si rigava di lacrime
l'orgoglio mi suggeriva
un finto mal di denti.
Mamma, scusa,
a lungo sono rimasta in silenzio,
ma non volevo che soffrissi
scoprendo di avere una figlia
piena di colpe, diversa, inferiore.
Maestra degli orrori,
ero la formichina senza via di scampo
che calpestavi indifferente,
le mie insicurezze di oggi
sono le umiliazioni di ieri;
ma sono cresciuta
e ora so
che sei tu
a dover sprofondare
nelle sabbie mobili della vergogna.