Foglie gialle sparse sulla strada bagnata,
lacrime di pioggia sul mio volto triste,
un pallido sole accarezza il corpo e i pensieri.
Pochi attimi, e il cielo si apre.
Le cime verdi degli alberi
penetrano nell'azzurro intenso del cielo,
il sole illumina le foglie ingiallite
che acquistano il bagliore dell'oro.
I pensieri cupi lasciano spazio a ricordi sopiti,
a strade fangose in boschi silenti,
a colori accesi e a un caldo tepore,
a baci ardenti sopra mucchi di foglie.
E la sera, quando il freddo pungeva,
quando tutt'intorno il silenzio regnava
nei campi arati da poco,
là, nella casa dei nonni,
alla luce del fuoco del camino
che disegnava strani rossori sul viso,
il rumore delle castagne scoppiettanti
faceva da sottofondo a racconti da fiaba,
a storie di alieni e fantasmi,
a brividi di paura e ad allegre risate.
Io, bambino, intorno al fuoco,
a fissare le lingue di fiamma,
a sognare paesi lontani,
io, che adesso sogno ancora luoghi remoti,
spiagge incantate, foreste immense e montagne innevate,
ripenso al vecchio camino lontano nel tempo,
ed un brivido, di freddo nel corpo e nel cuore,
scuote le mie stanche membra
e la mia anima desolata.
Riprendo il cammino, con gli occhi nel sole,
assaporando gli ultimi raggi sulla pelle,
assorto, contorto, distorto,
ma felice, felice di esserci ancora,
felice di respirare il profumo dei boschi,
felice di vedere la luce del sole tra i rami,
felice di rincorrere uno scoiattolo tra l'erba,
felice di tornare a casa e di sentire, come un tempo,
anche senza il camino, il profumo delle castagne sul fuoco.