Stanca parli di me come se fossi tua tasca
convinta d'avermi realmente osservata fino ad ora,
ma il tuo giudzio è così, solo.
Mai a chiederti cosa mi spingesse verso mille terre diverse da te,
mai a pensare di me come chi per anni si contende uno tuo assenso.
Preoccupata di occhi altrui m'hai persa di vista
le tue parole fumose tossiscono errori mai compiuti,
ma nemmeno lo sai.
Tra le rughe, lacrime strisciano,
terrorizzate dalla paura d'esser sola, tu,
che vivi rivestita da un mantello di ambiziosi pregiudizi,
che fanno di me una figlia oscillante.
Un giorno sono di cristallo, un altro di pura roccia, per te,
forse è tempo di guardare,
cammino da sola, e non solo su fili di rasoio.
ma nemmeno lo sai,
Madre.