sprofondi
negli abissi infernali
la tristezza,
l'uggia di giorni scialbi.
le ore ingrigite,
che vagano senza meta,
appesantendo il respiro
del mio tempo.
Non è nella mia natura
averla compagna,
rende l'anima
trasandata,
in ciabatte e calze rotte.
Con un pizzico d'allegria,
un altro di sano ottimismo,
un sorriso, il pensare positivo,
mi cucio,
con lembi di cielo,
un vestito
di pace e di serenità,
che sempre indosso,
soprattutto nelle avversità.
Disperarsi mai conviene,
perché ingrigirsi con le pene?
Mutevole è la sorte,
ieri era ieri,
oggi è oggi,
per il domani?
Domani si vedrà...