Sarebbe bello poter trasformare quello che vediamo
in ciò che vorremmo veramente vedere,
guardar giù dalla finestra e far si che le auto intrappolate nel traffico
siano in realtà
un esercito di cavalli impauriti,
con le criniere strappate dal vento e gli occhi fissi su un arrivo invisibile,
sarebbe bello che
i passanti fossero attori di un grande spettacolo all'aperto,
i loro figli ai piedi del palcoscenico,
pronti all'applauso finale in una domenica di inizio marzo,
sarebbe bello
se i cani copulassero in mezzo alla strada,
padroni della propria intimità regalata ai nostri occhi curiosi,
sarebbe bello
se all'edicola vendessero hamburger
se in chiesa suonassero Mozart
se tu fossi qui con me,
in questo manicomio che chiamo vita,
a pettinarmi i capelli
e a versarmi del vino,
mentre la musica sbatte sulle pareti di gomma dura
ed io tento di dedicarti l'ennesima poesia.
Sarebbe bello,
e forse posso farlo
perchè sono uno scrittore
e
uno scrittore è un Dio,
ha il potere di creare
inventare
stupire.
Ma tu non ci sei le auto non sono cavalli
gli uomini recitano soltanto quando ne hanno voglia
i figli se ne sbattono e i cani si nascondono dietro le siepi.
Non sono uno scrittore,
tantomeno un Dio.
Mi verserò un altro bicchiere,
poi chiuderò la finestra.