Seduto al solito posto,
a scrivere,
nell'arsura di una notte di piena estate.
Fuori la gente passa svelta
sul marciapiede,
le auto suonano il clacson
con inutile violenza.
Al mio fianco,
fedele come il migliore degli scudieri,
un rosso spagnolo della Rioja.
Fuori la voce di una donna
si mischia
e sovrasta e copre e graffia
quella di un uomo.
Ho sete,
cerco il cavatappi d'ottone fra i fogli disordinati,
fra le lattine vuote,
fra i bicchieri di vetro sporchi.
-SEI UN BASTARDO FRANK, UN BASTARDO-
-ti dico che non è vero Lia, è una puttanata, ti a-
-ZITTO BASTARDO FIGLIO DI PUTTANA, ZITTO!!!-
Inserisco il cavatappi nel sughero,
e comincio a girarlo in senso orario.
-dai Lia parliamone, fammi spiegare-
La donna piange e continua a gridare,
qualcuno ride,
le auto insistono,
qualcuno si allontana.
Tiro su il sughero con estrema cautela,
e mi gusto l'odore del vino
che si sparge impazzito nell'aria calda.
-NON VOGLIO VEDERTI MAI PIU', BASTARDO,
LO SAPEVO, ECCOME SE LO SAPEVO!!!-
-non vorrai finirla così, vero?-
Il vino cade nel bicchiere, colorandolo di rosso,
qualche bollicina, un'onda,
poi si riposa nella sua nuova casa,
stanco.
-Se è questo che vuoi, dopo tutti questi anni... sei pazza...-
La donna urla di nuovo,
sbraita,
piangendo attraversa la strada
lasciando i clacson padroni della scena.
Porto il bicchiere alla bocca
e tiro giù la prima sorsata.
Assaporo in bocca il liquido profumato,
e continuo a scrivere.
Sceneggiature impazzite,
mischiate,
vino e lacrime in una notte di piena estate.