Distendi il tuo corpo nel grano
célati agli sguardi del presente
lascia che il papavero ombreggi
i tuoi occhi mentre seguono nubi
che mutano in sembianze strane
spinte dal poderoso vento di quota
mentre il refolo leggero in terra
si distende sulla tua pelle nuda
e sonagli di spighe quasi mature
intonano il concerto dei ricordi
quando con me al tuo fianco steso
additavi un maggiolino guardone
faceva, curioso, capolino dal fitto
e tra il frinire urlato di cicale
i nostri mugolii, sospiri e gemiti
eran la preghiera rivolta al tempo
che imponeva agli attimi di scorrere
verso il treno del Nord: nuova vita.
Quale sole, ora, allunga la tua ombra?
Nel pensarti distolgo lo sguardo
dalle Alpi a corona della valle
dove non v'è sorgere ne' tramonto.
Rivedo le tracce impresse nel frumento
di un solo corpo fuso nell'abbraccio
e di due cuori destinati all'addio.