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Memorie e non ricordi

La serata era volata, non se n'era neanche accorto
la velocità del tempo era stata incredibile
Stava per terra in un bagno squallido,
non riusciva ad alzare neanche il capo
forse stava arrivando la sua fine,
non capiva.
Sentì dei passi avvicinarsi,
ma non riusciva a scorgere nessuno.
Nessuna figura, ombra, sagoma
niente di niente.
Vuoto.
Zero.
Tabula rasa.
Che idiota, pensava di se stesso
perchè essersi ridotti in quello stato...
ma il tormento era un buco senza fine,
e in qualche modo bisognava colmarlo.
Per resistere alle situazioni,
alle sconfitte,
per respirare,
per mantenere l'apnea di quella esistenza
così sofferta.
I passi si facevano sempre più vivi,
e la testa gli rimbombava
ad ogni vibrazione del pavimento.
Si avvicinarono due uomini,
lo capì soltanto quando iniziarono
a prenderlo a calci.
Una violenza inaudita, un foga terribile.
Cosa posso aver combinato,
cosa potevo averli fatto?
Non aveva risposta...
Lui, verme inerme, fermo
impassibile e incapace di reagire.
Il sangue iniziò a mischiarsi con il piscio
ed il sudicio dei servizi.
Gli uomini se ne andarono,
dopo dieci minuti.
Un'eternità.
Lui, riverso in un lago di sangue
e altro schifo, si addormentò...

 

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3 commenti:

  • Anonimo il 24/01/2010 00:34
    è straziante, m'ha fatto sinceramente stare male. Davvero ben scritta!
  • Jurjevic Marina il 22/11/2009 23:18
    Quanto dolore.. descrizioni molto vive, forse anche troppo vive... no.. in poesia non esiste troppo.. Descrivi una persona che ha toccato il fondo, voglio dire, più basso di questo non si può andare. Si addormentò.. in mezzo al caos e lo schifo.. a volte è così.. chiudi gli occhi e dimentica. Bravo
  • Anonimo il 18/11/2009 09:36
    Angoscia, dispiacere, solitudine, tristezza, un'altro affronto da mettere nello zaino del vissuto... da dimenticare, altro pavimento da visitare!!!

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