Nel silenzio mattutino
mi scuote improvviso sussulto.
Da lontano arriva a me
un lamento arcano.
E’la terra che geme.
Ascolto e sento sinistri scricchiolii
di alberi deturpati, feriti,
offesi, tagliati
vedo l’immenso scempio
ora i tronconi smozzicati
piangono la foresta violentata,
sradicata.
Mi allontano angosciata.
Tetri capannoni imprigionano
pulcini programmati, sfortunati,
accecati che tristemente beccheggiano
mangime avvelenato
di petrolio inondato.
Cigni, cuori colorati,
sono emigrati.
Superbi ondeggiano
ma, da oscuro malore
disorientati, cadono
piume scompigliate.
Uomini impauriti
raccolgono i morti cigni
che ignari, sono sezionati,
smembrati, accusati
e risposta amara arriva:
hanno l’aviaria.
Malattia nuova, oscura,
terribile, strana.
Ma voi cigni, stupidi animali,
come osate contaminare
la terra e il mare?
Ma chi vi ha dato
questo potere insano?
A noi uomini è lecito inquinare,
distruggere, bruciare, guerreggiare
nell’alterna corsa del potere.
E il dolore sale dalla terra al cielo.
Rosarita De Martino