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Le stagioni dei poeti

Sappilo,
sei carta straccia
umore bagnato del mio tempo
esilio cercato, fiato perduto.

Il sogno dei poeti
non nutre queste sponde,
sterili giunchi e morte stagioni
albergano il mio cuore.

Mi chiedi il senso,
tormenti rotte ossa e
coccoli vecchie foglie.
Tu non vedi ma
il carro passa stridente,
e l'ombra sempre si allontana.

Le scelte non son vostre,
le armi bruciate
son chiodi storti
su questo muro di rimpianti.

Volere ingombrante vi anima,
vecchi pupi ciechi,
il suo braccio nodoso
e la ruga profonda
son postille del sapere antico.

 

l'autore isabella zangrando ha riportato queste note sull'opera

È un dialogo sommesso tra la Natura e il Poeta. Spesso incurante della sua caducità, egli dimentica di essere burattino nelle mani di una volontà più grande che tutto abbraccia e tutto annienta.


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5 commenti:

  • Anonimo il 27/01/2010 10:08
    sembra quella poesia di Montale, 'I limoni', dove lui pure mette in versi la sua idea di poetica. piaciuta
  • Anonimo il 25/11/2009 21:25
    Piaciuta.
  • Anonimo il 25/11/2009 17:41
    L'ultima quartina è struggente
  • Maurizio Gagliotti il 25/11/2009 16:50
    Mamma mia, che intensa.
  • Anonimo il 25/11/2009 16:01
    ... umore bagnato dal tempo perduto... quanta melanconica dolcezza in questa sua poesia, bella.

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