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La nostra essenza
Noi che camminiamo lenti sull'asfalto grigio,
noi che osserviamo la nostra vita andare avanti velocemente
e intanto ci poniamo domande,
che non troveranno mai risposta.
Chi seguirà le nostre orme,
ripercorrendo i nostri stessi passi?
Noi siamo come le foglie autunnali,
che si dileguano con il vento.
Chissà quando mai la nostra essenza nascosta
scapperà dagli angoli remoti della nostra mente?
Quando potremmo esprimere la nostra natura,
che ci ruggisce nel cuore?
Noi che della paura siamo schiavi,
noi che scappiamo dalle losche occhiate,
di gente sconosciuta,
noi che fuggiamo per cercare sollievo.
Cosa vogliamo noi dal mondo?
Perché invece di pretendere l'universo,
che è in verità astratto ai nostri occhi,
non ricerchiamo soluzioni efficaci nel cuore?
Questa società opprimente e tiranna,
ci cancella la voglia di originalità,
ci sopprime diritti e piaceri
e la libera scelta è ormai solo una chimera.
Perché noi viviamo di illusioni,
che non del mitico animale hanno fattezze,
ma di sogni vuoti, di un ideale irreale,
che vogliamo esprimere ma che non possiamo.
Gridiamo contro la superficialità,
reclamando il nostro modello,
che non è di misure studiate,
ma di inusuale voglia di essere come si è.
Noi, figli di una generazione incompleta,
crediamo di essere ciò che non siamo,
ma di vita gioiosa vogliamo vivere,
affinché la morte sia men dolorosa.
Ma nel mezzo di questo percorso accidentato,
la noia padroneggia il quotidiano,
ma come può essere così?
Se in questi anni ormai vi è di ogni?
Come si possono ammazzare le consuete abitudini,
se si cerca soltanto di nasconderle
dietro a veli di artificial fattura,
che portano solo a una progressiva perdita dell'essere?
Come si può sperimentare l'infinito sentimento,
se lo si rinnega per valori effimeri?
Dove si sono perse le lodi degli antichi
per le amate consorti? Da chi verranno riprese?
Noi posteri siam privi di voglie
di creare un mondo parallelo,
anche solo nel nostro immaginario,
a quello precostruito da altri.
Noi che ci fingiamo altruisti per sembrare migliori,
ma in realtà siamo egoisti,
come la nostra società,
dalla quale pochi sopravvivono.
Noi non vogliamo continuare a essere oggetti,
noi vogliamo essere noi,
con la nostra incapacità di vivere felicemente,
ma sempre con la certezza di dire:
NOI SIAMO NOI.
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