A te, Musa,
dai tristi occhi di giada,
mi rivolgo:
donami parole
di speranza!
Non sai quanta fatica,
quante lacrime d'alabastro
ho sprecato nel ricercar
qualcosa di così effimere
fattezze: l'amore.
Gelosia, rimpianti,
furibonde liti,
amarezza,
impotenza.
Vorrei esser privo
di ogni umano sentimento,
di ogni ombra
che mi offusca ancor la vista;
così: dedico questa vita
alla miglior rosa del mio
giardino,
non ancor appassita.
E ora, Musa,
ti porgo l'estremo saluto,
voglia tu perdonarmi
della mia infelice
stupidita!