Mi spiace per il modo rumoroso in cui sono entrata nella tua vita e per quel concentrato di emozioni, frasi e pensieri che ti hanno invaso.
Più volte hai tentato di smussare i miei eccessi e grattare via da me strati di colori troppo forti o hai trattenuto la mia scomoda inquietudine che ti filtrava dentro.
Non capivo perché quella luce e quella forza dovessero essere guidate, seguite, mentre io le avrei lasciate andare a fiotti.
Mi hai bloccato le ali. Non riuscivo a staccarmi da terra. Soffrivo perchè volevo alzarmi in volo e non potevo. Hai fatto in modo che la luce si riassorbisse e l’alchimia si sfibrasse dentro, poi, anche tutto quel chiasso ha cessato.
Per un po’ non ho più scartato sogni, ho lasciato che le cose mi venissero addosso senza schivare nessun colpo.
Poi, dopo qualche giro di vento e qualche tragitto di strada in più, i pensieri hanno trovato di nuovo forma, i sogni hanno ripreso a muoversi fragranti e odorosi e… non è successo niente. Si, assolutamente tutto qui, e allora mi racconto la frase da sempre sfruttata che in fondo quello che ho è molto di più di quello che non ho, che quando meno te lo aspetti la vita trova finalmente una direzione e ti porta dove vorresti.
Di direzioni ne ha prese tante fin’ora tutte strade invitanti, luminose, profumate, ma che in fondo non lasciavano intravedere una meta.
Oggi, però, è successa una cosa bellissima, ho intravisto la meta: sono io.