Guardavi le gocce cadere
e l'acqua stagna muoversi appena.
Lei seduta cantava
come del cigno l'ultima nenia.
La ferita ti portava lontano,
il suo viso stralunato,
l'involuzione in atto,
la cascata di un cielo di stelle
e la luna che abbaiava al cane
Insomma:
la confusione era sovrana.
Ricordi com'eri?
Come diventato sei?
Come tutto è cambiato?
Come stavi?
Quella paura di non provar più nulla,
ne il profumo del sogno,
le idee mai abiurate,
lo sventolio delle poche bandiere,
quell'amore dei pochi rimasti,
quel pianto commosso a quel figlio rinato
lentamente riedificato...
Poi, la notte non più invasa
ma la vita!
(Che tanto e comunque si fugge via...)
Condannarli alla fine quindi
alla fine del cuore.
Il marcio che si deve pulire
e poi tu...
Il sole del secondo mattino.
il verde destino.
Il blu cobalto del cielo.
L'incubo scomparso.
L'inquilino scomodo rifiutato.
Il bypass inserito.
Il sangue che pompa.
Che pompa infinito.
Di nuovo infinito pompa
... ossigeno
ossigeno e poi ossigeno ancora.
E infine...
il mio pugno al cielo...
prepotente scagliato
con rabbia... ancora una volta
Alzato...