Nel paesaggio tinto di blu
il vento sospira le ultime scelte
e le case sopravvivono
alla tempesta.
Le luci spuntano dalle finestre
e i bagliori notturni
celano un calore incomprensibile,
nascosto.
Non si sente nulla, in questa notte
la sera assale inquieta il mondo,
il vivente, le vie
di questa città di amore,
di questa città di odio.
Gli occhi di tutti i suoi abitanti,
li si può vedere sui muri,
nei campi, nei boschi,
nei bar affollati, e nei bar vuoti.
Le voci che scorrono nella piazza,
fino al limite della natura,
accompagnano la mia mente
ed il mio destino,
comunque vadano le cose,
e ovunque.
La città che con i suoi fatti,
la sua religione privata,
le sue usanze, i suoi misteri,
e le sue regole, ha cresciuto
e cresce ancora.
Una parte di cuore e di fegato
la devo anche a lei.
Perchè solo chi non riconosce
la propria storia, fatta anche di errori,
non può capire il suo domani,
sperare in qualcosa, aprire le mani
alla vita, cercare di creare,
ma con i momenti incisi nello spirito,
come cicatrici accettate.