Sono tuo padre,
tuo figlio,
il tuo amante,
non l'Edipo incestuoso
che ti devasta l'utero
e il grembo
in un momento di perdizione.
Io ti amo di parole d'amore
senza manifestare un peccato
acerbo,
o una purezza inventata
dal sapore greve di inganno.
Tu sei mia figlia,
mia madre,
la mia amante,
che ogni giorno mi partorisci,
tra gioia e dolore,
inutilmente protesa
a fermarmi.
Non l'infelice Giocasta!
Di metamorfosi di donna,
nella metafora irreale di un morire
senza splendore di rinascita.
Io sono in te
anche se non mi senti,
in un sangue amaro
che si perde nel nero calice
della tentazione!