Nella stanza decrepita e puzzolente
il gruppo si unisce per celebrare
il suo solito, squallido rito,
che non ha procedure particolari
ma si lascia muovere dal caso,
da baccanti ubriache, da storpiature impregnate
di vino e fumo.
Il simposio della follia unisce
tutti i demoni dagli occhi chiusi
che non cercano la strada più lunga,
ma una scappatoia dalla porta di servizio.
e ci riusciranno?
Il simposio serve solo a questo
a far confrontare le disgrazie e le sventure
di questi afflitti, ciondolanti e fatti
ubriachi di gioia e di nullafacenza.
Distesi su materassi pulciosi,
con cimici come animali da compagnia,
l'interrogazione collettiva si mischia
alla saliva dei più distrutti.
Disumani che non pensano prima di parlare,
e non subiscono conseguenze dopo aver agito.
Tutta la banda di mentecatti, si ritrova
ogni sera, nel rituale magico di rivedere
il fallimento comico della loro esistenza misera,
e ridono a crepapelle, si piegano in due
qualcuno non la trattiene neanche,
perchè in mezzo alla stanza cè una sfera di cristallo
che invece di farli vergognare,
li fa sentire fieri, li fa sentire eroi
e paladini di stupidaggini commesse individualmente
e in collettività.
Questa comunità di pazzi, furiosi ragazzi,
pazzi cronici, ritrova l'identità nel simposio,
il loro unico svago in questa
mono-tona esist-essenza grigia asfalto,
moraalmente decaduta e dai più digerita.