In uno stagno di rame
mi osservo mutare
immobile in me stesso.
Troppe facce per un solo riflesso
a cui non voglio dare respiro.
Mi cerco ancora, guardo ancora.
Continuo a scavare in un cuore di sabbia
che franando mi ricopre.
Nella pozza pulsante
di questa vita mi bagno.
Mi immergo tra giorni ed anni
tra passioni e ferite.
Nuoto in un prisma che mi divide e separa.
Una nuova nascita mi aspetta
una vecchia morte mi attende
solo una volta
e mille volte ancora più una.
Sprofondo trascinato da questi abiti
zuppi di scadenze, doveri e realtà.
rimango sul fondo schiacciato da un'anima di cristallo.
Senza quiete il vapore del tempo
sale dalle guance al cielo
fissandomi al fondo di questa esistenza apparente.