Calesse abbandonato
riverso e rovesciato
la polvere ti mangia,
il tempo ti divora.
Ma non sai, non noti
il mio stupore
vigliacco ferisce la memoria
quando era verde
la traccia delle tue ruote.
Balzi istantanei e fughe perdute
tra legno e sassi
risvegli l'amaro ricordo,
sei pigro artefice,
ai miei occhi stanchi.
Fosti albergo di lacrime
e pausa d'oppio tra lacere cortine,
timido calesse
ora il vento sferza le rotte briglie
i crini non mormorano più.
Povera anima,
l'ora divora il tuo spasimo
vorresti ma non puoi.
il tuo segreto è nascosto
tra i raggi freddi
il mio, tacerà sempre con te.