Nel parcheggio
dell'opacità quotidiana
stazionano
i cavalli del pensiero.
Ma ecco che vibrazioni
di eterne melodie
li scuotono liberandoli
da briglie di perché.
Ora partono,
corrono,
si abbeverano
al fiume limpido
dell'infanzia.
Sulle rive acciottolate
di sassolini rilucenti
brucano avidi
l'erba di speranza.
Ripartono ed io
respiro splendore d'arte
alla Sistina.
Non sazia ancora
ricerco cattedrale
di silenzio.
La ritrovo, infine,
nella gloria
della Porziuncola.
Attonita m'immergo
in suo torrente
di grazia.
Ne esco fuori
con velo candido
di fede.
Ritorno.
Improvvise vibrazioni
di tuo sorriso amico
mi arpeggiano dentro
e accarezzo luminosi pensieri
che si perdono
in azzurra pace.